All’arrivo dell’autunno e poi, ancor più, in inverno, tutti noi reagiamo con fastidio alla riduzione delle ore di luce naturale. La voglia di “fare” diminuisce, si “carbura” più lentamente al mattino. Insomma, un po’ di malumore è di tutti. Per alcuni, però, questi sbalzi di umore stagionali si trasformano in una vera e propria sindrome. Infatti sono circa tre milioni gli italiani (in gran parte donne), che soffrono di Disturbo Affettivo Stagionale, o DAS. In queste persone, ansia, irritabilità, sonno difficile, sonnolenza diurna, stanchezza, mal di testa, irritabilità, riduzione del desiderio sessuale, aumento della “fame di carboidrati” diventano le scomode compagne di tutte le giornate.
Che alla base ci sia proprio la caduta del numero di ore di luce è dimostrato e provato da osservazioni storiche nelle nazioni del Nord, dove la terapia della luce (cioè l’esposizione a luce artificiale UV, che simula quella solare, per almeno un’ora al giorno) è considerata un presidio valido, anche in chi non soffre di DAS. Chi sta studiando dagli anni Ottanta del secolo scorso la sindrome (che fino ad allora non era stata inquadrata in modo specifico dalla medicina), ipotizza che chi soffre di DAS reagisca alle variazioni luce-buio come le altre specie di mammiferi, ovvero con una specie di “messa a riposo” delle normali reazioni corpo-mente. Ma, mentre gli animali possono adattarsi a questi cambiamenti, alcuni andando in letargo all’inizio dell’inverno, gli umani non possono permetterselo.
Insomma, la DAS per fortuna non colpisce tutti, anche se quasi tutti avvertono le conseguenze della riduzione della luce naturale. In gioco ci sono i neurotrasmettitori dell’umore, la cui sintesi dipende proprio dalla quantità di luce che, nelle 24 ore, raggiunge attraverso una ghiandola posta la centro del cervello: la pineale.
Come reagire alle variazioni d’umore collegate ai cambi di stagione?
Se le variazioni di umore sono consistenti e interferiscono pesantemente con l’attività quotidiana, è opportuno consultare il proprio medico.
L’alimentazione può comunque aiutare: frutta e verdura (anche in autunno e inverno la scelta è ricca), cereali integrali piuttosto che quelli raffinati, latte, yogurt e formaggi stagionati e ricchi di nutrienti (come il grana/parmigiano), poco alcol (un bicchiere di vino al pasto per le donne e al massimo due per gli uomini) e caffeina (tre tazzine al giorno) e, soprattutto, attività fisica costante.
Per favorire l’umore, si può anche considerare l’assunzione di un integratore alimentare quale il Samefast, che influisce in senso positivo sui processi biochimici che regolano il tono dell’umore.
Samefast per il cattivo umore in Autunno
Samefast è un integratore alimentare composto da tre principi: un enzima detto SAMe (S-Adenosil-L-Metionina), acido folico e vitamina B12.
Samefast, può favorire la “metilazione”, vale a dire quel ciclo biochimico che vede la metionina (un aminoacido) trasformarsi in SAMe, sostanza che contribuisce alla sintesi e metabolismo di alcuni dei principali neurotrasmettitori collegati al tono dell’umore (quali la dopamina, la noradrenalina e la serotonina).
Successivamente la SAMe, si trasforma in omocisteina e, grazie all’intervento dell’acido folico e della vitamina B12, ritorna ad assumere la configurazione di metionina. Se il ciclo descritto non funziona bene, per carenze di acido folico e vitamina B12, l’omocisteina aumenta i suoi livelli nel sangue, non viene trasformata in metionina e si riduce la SAMe presente nell’organismo con un influsso negativo sulla generazione dei neurotrasmettitori collegati al tono dell’umore.
L’assunzione di Samefast, disponibile in pastiglie orosolubili di pronta efficacia, permette di innalzare velocemente i livelli di SAMe, rendendo questa sostanza immediatamente disponibile all’organismo, e di potenziarne, attraverso l’acido folico e la vitamina B12, la successiva produzione.
Con Samefast puoi vivere naturalmente e serenamente l’arrivo dell’autunno!