Le fasi di elaborazione del lutto
Una delle perdite più gravi che possiamo subire nella nostra vita è la perdita di una persona cara. Questa dolorosa esperienza riguarda tutti prima o poi, ma ognuno reagisce in modo estremamente personale nei tempi e nei modi di elaborazione.
Diversi psicologi hanno studiato le fasi di elaborazione del lutto. Una delle più note è quella di Bowlby:
Fase di stordimento
(shock), caratterizzata da disorientamento, panico, incredulità, rabbia.
Fase di struggimento
caratterizzata da un intenso desiderio di rivedere il congiunto, che in alcuni casi può concretizzarsi nella manifestazione di illusioni sensoriali (si crede di vederlo tra la folla, quasi fosse ancora possibile un suo ritorno), da un senso di impotenza e di irrequietezza.
Fase di disperazione
caratterizzata da consapevolezza della perdita, isolamento sociale, senso di inutilità, e umore depresso. La vita continua, ma si rimane bloccati.
Fase di accettazione e riorganizzazione
caratterizzata dalla progressiva riduzione degli aspetti acuti del dolore, il pianto è meno frequente, si comincia ad avvertire un ritorno alla normalità, si riesce a ricordare la persona cara a volte con un sorriso.
L’elaborazione del lutto dipende da diversi fattori, alcuni caratterizzanti la vulnerabilità, altri le risorse personali e ambientali; mentre l’intensità della sofferenza è strettamente correlata all’intensità del legame che avevamo con la persona che non c’è più, che può prescindere dal grado di parentela, e alle circostanze della scomparsa.
Tra i fattori di vulnerabilità si riconosce per esempio l’età. Perdere i genitori in giovane età è un trauma, anche intuitivamente, più profondo rispetto a una perdita analoga in età più matura, quando la propria identità e la propria autonomia hanno preso già forma. Tuttavia, anche per un adulto la perdita di un genitore può essere drammatica: un adulto che di fatto ha mantenuto il ruolo di figlio, vivendo nella famiglia di origine, si può trovare in una condizione di solitudine e di vulnerabilità che rende difficile trovare un modo per ricostruire la propria vita.
Ci sono tuttavia dei lutti che non hanno età, come ad esempio la perdita di un figlio, “un evento contro natura”, sempre e comunque, che sconvolge la vita familiare e può portare allo sfaldamento della famiglia stessa, se non si è in grado di controbilanciare la vulnerabilità con adeguate risorse personali e ambientali.
Un ruolo importante nell’elaborazione del lutto sono le risorse, non solo personali ma anche dell’ambiente che ci circonda. Perdere un coniuge ad esempio, può essere un’esperienza diversa se ci sono dei figli, parenti o amici che ci stanno vicino, o se si rimane soli, specie in età avanzata. Avere una rete di parenti o amici (veri!), è indubbiamente di grande aiuto nel colmare il vuoto e ricominciare. Altrettanto importante è avere degli interessi, o un lavoro che ci appassiona, facendo attenzione a non seppellire l’angoscia sotto agli impegni. Prima o poi saremo costretti ad affrontarla.
Anche le circostanze in cui è avvenuta la perdita giocano un ruolo importante: una morte improvvisa, ad esempio, può dare luogo più di frequente ad una reazione prolungata di incredulità, che rallenta l’elaborazione della perdita. Questo non significa che sia più facile elaborare la perdita di una persona dopo una lunga malattia, anzi, non è previsto alcuno sconto. Se infatti nei primi tempi si può pensare” soffriva troppo, meglio così”, e spesso si è così provati fisicamente per l’assistenza prestata, da credere che non poteva esistere un’alternativa, in seguito si può percepire la vera sensazione di perdita e il vuoto lasciato dalla persona cara, come se l’evento fosse accaduto di recente.
L’esperienza del lutto può essere legata ad una perdita che non si identifica necessariamente con la morte di un congiunto. In questo caso il vissuto di perdita dipende molto dalla personalità dell’individuo e da quanto aveva investito sull’oggetto di perdita. Ad esempio, può essere legato anche ad un evento lieto, come la laurea, che segna la fine della vita da studente e prelude alla vita dell’adulto, con le relative responsabilità, che possono fare un po’ paura.
I tempi di elaborazione fisiologici del lutto sono in genere di 1-2 anni; è importante in questo periodo non giudicare e non giudicarsi. Se tuttavia non si è riusciti entro questi tempi a trovare la strada per ricominciare, si parla di lutto complicato ed è meglio chiedere l’aiuto di un professionista.
Durante l’elaborazione del lutto è facile sentirsi stanchi, depressi e non riuscire a dormire. E’ importante non ricorrere a farmaci come ipnoinducenti o ansiolitici senza avere consultato un medico, tanto più per periodi prolungati.
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Anche se i tempi di elaborazione del lutto sono inevitabili, Samefast può aiutare a ritrovare più velocemente energie e serenità nei periodi di stress come quello dell’elaborazione di una perdita.
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