È noto ormai da tempo come le variazioni ambientali legate alle stagioni siano in grado di influenzare l’organismo e l’umore. Già Ippocrate nel 400 a.C. descriveva un disturbo depressivo legato all’andamento stagionale e, più tardi, nel II secolo a.C., i medici greco-romani trattavano la depressione facendo guardare la luce del sole ad occhio nudo.
Il Disturbo Affettivo Stagionale, o SAD, è una delle sindromi meno conosciute e più difficilmente diagnosticate, ma si tratta di un vero e proprio disordine psicofisico che porta a diverse alterazioni dell’umore. Nominato e descritto per la prima volta nel 1984 da Norman E. Rosenthal e dai suoi colleghi del “National Institute of Mental Health”, il SAD si manifesta ai cambi di stagione e, in particolare, con l’arrivo dell’autunno. [1] A causarlo sarebbero proprio le giornate più corte e le ridotte ore di luce che “inceppano” la regolazione della serotonina, il neurotrasmettitore dell’umore, e la produzione dei normali livelli di melatonina, l’ormone che controlla il ciclo circadiano. [2,3] Una scoperta fatta dalla dott.ssa Mc Mahon dell’Università di Copenaghen, a cui si aggiunge quella di altri ricercatori che nel 2006 hanno rilevato una correlazione tra la sovrapproduzione di melatonina e il disturbo affettivo stagionale.
La ghiandola pineale, situata al centro del cervello, controlla l’orologio biologico del corpo e il ritmo sonno-veglia attraverso la produzione della melatonina, che avviene soprattutto di notte durante il sonno. [4] Quando i giorni invernali diventano più bui, i livelli di melatonina aumentano e diminuiscono quelli di serotonina. La SAD è stata collegata proprio a uno squilibrio biochimico nel cervello causato dalle ore diurne più brevi, che provocano uno spostamento del ritmo circadiano interno. Come risposta, i soggetti colpiti si sentono sempre assonnati e letargici. [5] Inoltre, una minore esposizione alla luce del sole durante il periodo invernale causerebbe una mancanza o insufficienza di vitamina D, i cui bassi livelli sarebbero correlati allo sviluppo di sindromi depressive. [6]
Winter e Summer SAD
In base al decorso si distinguono due forme di SAD: estiva e invernale. Nella prima, gli episodi depressivi si presentano all’inizio della primavera e si acuiscono in estate, per diminuire poi con i primi freddi autunnali. Le persone durante questo periodo manifestano sintomi come insonnia, diminuzione dell’appetito, perdita di peso e ansietà.
Nella SAD invernale invece, che è anche la forma più comune, la sintomatologia depressiva ha inizio durante la stagione autunnale e raggiunge il picco durante l’inverno, con un parziale o totale miglioramento in primavera. Gli studiosi hanno evidenziato come all’aumentare della latitudine geografica aumenti anche l’incidenza della forma invernale di SAD. A essere i più colpiti sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni, in prevalenza donne, che manifestano una deflessione del tono dell’umore, particolarmente accentuata nelle ore serali. A questa si accompagnano astenia, ipersonnia o insonnia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, ansia, stanchezza mentale e fisica, iperfagia con conseguente aumento di peso. Sono frequenti anche sintomi di tipo fisico, come cefalea, palpitazioni e dolori generici in tutto il corpo. [7]
La terapia della luce e i rimedi più efficaci
Come già detto, gli studiosi ritengono che le variazioni stagionali dell’umore siano legate ai cambiamenti di esposizione alla luce solare. A favore di questa tesi è stato dimostrato come un trattamento fototerapico quotidiano di almeno 30 minuti a un’intensità di 10000 lux, che simula la luce naturale, dia ottimi risultati nella gestione della SAD. La luce catturata dalla retina, infatti, stimola le aree del cervello in cui avviene la sintesi degli ormoni che regolano l’umore. [8]
Il cambio di stagione è un momento particolarmente critico per chi già soffre di ansia o sindromi depressive, perché le alterazioni sull’organismo accentuano i disturbi preesistenti. Anche le persone con uno stile di vita stressante e irregolare potrebbero risentirne maggiormente. Proprio per questo un’alimentazione sana ed equilibrata, l’esercizio fisico regolare, possibilmente in compagnia, e una vita attiva all’aria aperta sono tutte strategie che aiutano le terapie prescritte dallo specialista a funzionare meglio e più velocemente.
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[1] Norman E. Rosenthal, MD and Co., (1984) Seasonal affective disorder: A description of the syndrome and preliminary findings with light therapy. Arch. Gen. Psychiat. 1984, 41: 72-80
[2] Mc Mahon, Brenda ; Nørgaard, Martin ; Svarer, Claus ; Andersen, Sofie B ; Madsen, Martin K ; Baaré, William F C ; Madsen, Jacob ; Frokjaer, Vibe G ; Knudsen, Gitte M. / Seasonality-resilient individuals downregulate their cerebral 5-HT transporter binding in winter – A longitudinal combined 11C-DASB and 11C-SB207145 PET study. In: European Neuropsychopharmacology. 2018 ; Vol. 28, No. 10. pp. 1151-1160. https://doi.org/10.1016/j.euroneuro.2018.06.004
[3] Rosenthal, N. E., Mazzanti, C. M., Barnett, R. L., Hardin, T. A., Turner, E. H., Lam, G. K., Ozaki, N., & Goldman, D. (1998). Role of serotonin transporter promoter repeat length polymorphism (5-HTTLPR) in seasonality and seasonal affective disorder. Molecular Psychiatry, 3(2), 175-177. https://doi.org/10.1038/sj.mp.4000360
[4] Alfred J. Lewy, Bryan J. Lefler, Jonathan S. Emens, and Vance K. Bauer. PNAS, 2006 103 (19) 7414-7419
[5] Wehr, T. A., Duncan, W. C. Jr, Sher, L., et al; A circadian signal of change of season in patients with seasonal affective disorder. Archives of General Psychiatry, 2001, 58, 1108–1114
[6] Labban, L.; Seasonal affective disorder (SAD) and vitamine D deficiency. Ec Nutrition Editor’s Column 01, 2016, 06-07
[7] Melrose, S.; Seasonal affective disorder: An overview of assessment and treatment approaches. Depression Research and Treatment, 2015, 1-6
[8] The duration of light treatment and therapy outcome in Seasonal Affective Disorder, 2014, Journal of Affective Disorders, 166:343-346